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Dom
1
Lug '07

Il merito è del cretino

Italo Zorba è una persona speciale. Lo conosco da molti anni e ancora oggi riesce a incantarmi, spesso mi chiedo come possano coesistere in una sola persona tante qualità messe insieme. Sono certo che in questo mondo ci sono tante altre persone che l'umanità dovrebbe ringraziare perché, senza saperlo o senza volerlo, in modo spontaneo mirano a elevare la dignitas dell'Uomo. Ma la cosa che mi stupisce di più è quel suo "pacchetto" intellettivo e manuale dove c'è il "tutto compreso": flemmatico, calcolatore, estemporaneo, creativo, sveglio e stralunato allo stesso tempo. In lui ci sono tutte le contraddizioni del genius. A volte quel suo apparente stato di quiete, quel momento che tutti saremmo d'accordo a chiamare "stralunamento", in realtà è da paragonare allo stesso stato di quiete che ha un ordigno prima di essere innescato da un radiocomando: appena parte l'input tutto diventa dinamismo. Con Italo puoi dialogare su tutto: dagli spaghetti al nero di seppia all'antica biblioteca d'Alessandria; dalla bagnacauda alle teorie di Tesla; da come s'innesta il clementino ai quanti di Planck; da Socrate a Martin Heidegger. E la lista è ancora lunga e quasi interminabile se si tiene conto che la sua esperienza informatica è ad altissimo livello. Italo Zorba per vivere lavora in un Ente Pubblico, con una qualifica di poco più che usciere.
Il mio amico Italo ha un diploma di Istituto Tecnico, ma è stato assunto col semplice diploma di terza media e lì lavora da più di venti anni. Tutti quelli che lavorano nel suo ufficio hanno un computer sulla loro scrivania e quando Italo è assente sono tutti presi dal panico. Se ci sono problemi col server non sa risolverli nessuno. Durante la giornata di lavoro lo chiamano in continuazione, e sappiamo quanti problemi da un computer. Spesso sono problemi stupidi, banali: un cavo scollegato, un file nascosto, la connessione lenta. Insomma, a chi non è capitato di perdere tempo e pazienza davanti a un PC? Ma Italo Zorba arriva sempre puntuale a risolvere tutti i problemi, come Lancillotto alla corte di Re Artù. E la sua preparazione per quanto riguarda il lavoro d'ufficio è da centodieci e lode; di fatto non fa l'usciere ma l'impiegato di concetto, però stipendiato con qualifica inferiore. Credetemi, se lui non c'è buona parte del suo ufficio si ferma. Sì, è proprio una persona speciale e con lui trovo un preparato interlocutore, quando la smania della lettura ci porta a discutere di letteratura, arte, filosofia o scienza; sembriamo due pettegole che sparlano dei condomini. Ma gli inquilini del nostro palazzo hanno nomi illustri: Hugo, Proust, Verga, Moravia, Garcìa Màrquez e tanti altri, da Piero della Francesca a Henry Moore, da Spinoza ad Abbagnano. Un condominio multirazziale, dove ci abitano: russi, africani, indiani, libanesi, cittadini delle due Americhe e del mondo intero. è proprio un piacere "sparlare" di loro.
Un giorno gli chiesi come mai uno come lui, dopo tanti anni, non è riuscito a fare carriera nel suo ufficio. Mi rispose che non ha i titoli; anzi, i titoli ci sono, ma per uno strano sistema burocratico nel conteggio dei punti è sempre scavalcato da altri che hanno meno anni di servizio di lui, lo stesso titolo di studio (diploma di scuola media superiore, magari preso senza aver frequentato un solo giorno, e giacché gli esaminatori glielo hanno regalato, hanno regalato anche il 60/60), o hanno un maggior punteggio per aver frequentato corsi indetti dall'amministrazione, magari corsi voluti dai sindacati o dai politici per distribuire compiacenze. Oppure sono andati a vincere un concorso in una sede lontana, sempre con le compiacenze, pur sapendo che quella sede non si sarebbe mai raggiunta, ma il buon punteggio da tirar fuori al momento opportuno è stato assicurato. Non parliamo poi di certi titoli universitari che, a parer suo, hanno lo stesso valore che può avere un dottorato in "Scienze dell'alimentazione dei passeracei". Ma fanno punteggio più di tre diplomi di Maturità. Italo ha capacità spiccata nel risolvere i problemi: se fa una domanda non è mai fuori della logica, al contrario sopra di lui ha una fila di persone, componenti la linea della scala gerarchica, che non sanno risolvere nulla.
Certamente, secondo l'ultimo orientamento politico-amministrativi, la scala gerarchica, o meglio le persone preposte ad incarichi, diciamo così di comando, sono persone selezionate anche col principio di "meritocrazia". Certamente?. Mah!… Comunque, tutto nella legalità.
Con Italo siamo d'accordo che il cretinismo è un accidente che ci può colpire tutti. Tutti possiamo aver avuto un'idea cretina o aver agito con comportamento cretino, lo stesso Leonardo da Vinci ha commesso parecchie cretinate. E siamo d'accordo pure sul fatto che molte persone sono cretine sempre; l'accidente, in questo caso, non è un accidente ma un "avveramento di condizione". Cioè, il procedere dei ragionamenti, il procedere dei comportamenti, nel cretino sono la risultante logica di diverse forze-vettori che necessariamente conducono l'individuo verso la direzione della cretinaggine e non in un'altra parte. Il nostro discorso su quest'argomento non trascura il fatto che bisogna sempre avere rispetto per la persona umana, e il cretinismo a cui ci riferiamo non è quello patologico.
Allora, com'è che succede che i cretini riescono a salire la scala gerarchica in molti enti pubblici?
I motivi sono molteplici. Abbiamo visto quello che riguarda il punteggio, poi c'è quella teoria che dice promuovere per rimuovere", c'è anche il carattere di rompiballe e faccendiere tipicamente spiccato nel cretino (il cretino ha sempre la spazzola pronta per dare una spolverata al suo superiore), e poi c'è la "casta" di appartenenza, che non esiste solo in India ma in tutte le parti del mondo.
Con Italo abbiamo notato che per fortuna esistono persone lucide, intelligenti ed equilibrate anche nella classe dirigenziale. Di solito sono persone che non presentano irascibilità, hanno sempre la battuta umoristica che tende alla positività, non sparlano i collaboratori, sono pronti ad ascoltare i loro problemi, si sentono uno di loro: funzionario e non detentore dello scettro del potere. Hanno carisma, e dobbiamo ammettere che Madre Natura questa qualità non l'ha elargita a tutti. "Hai fatto caso", mi disse Italo una volta, "che il buon dirigente quasi sempre è uno che non disdegna i dolci? se la salute glielo permette." Il discorso che mi fece sui dolci mi parve abbastanza convincente.
Italo Zorba mi fece capire che per il momento non vuole lasciare il pubblico impiego perché, dice lui, che in tutti i lavori esiste una specie di prezzo che viene pagato dal lavoratore. Mi ha spiegato che al nord, in una ditta privata, potrebbe guadagnare molto di più e avere anche un incarico dirigenziale, oppure potrebbe lavorare in proprio. Ma mi disse anche che dovrebbe rinunciare a vivere serenamente vicino ai suoi cari, alla sua terra, al suo mare. Guadagnerebbe di più, ma spenderebbe tutto per vivere in mezzo al caos della grande città, magari in modo meno comodo. E io sono d'accordo con lui. Mi ha spiegato pure che correre verso il grande guadagno molto spesso ci impoverisce di altre ricchezze, e si riferiva a quelle ricchezze che non si tengono nelle banche, pur potendo diventare merce di scambio: è la merce che sta nella nostra condizione psicologica, culturale e affettiva, compresa anche una naturale "percezione-temporale", una merce che non ha prezzo!

Allora, gli chiesi, la meritocrazia è un'unità di misura starata?".
Lui mi rispose che all'Ente dove lavora lui interessano i risultati, e pare che finalmente le cose incominciano ad andare meglio.
Finalmente? Non mi dire che il merito è dei cretini?"
Forse. D'altra parte i conti tornano e l'andamento dell'ufficio procede bene. Importa poco se il merito è del cretino schizofrenico o dell'assennato intelligente.", rispose Italo, accennando un sorriso sornione.

Carmelo Micilotta